Ulrich Anders's Journal, 09 Aug 16

Perché le diete spesso falliscono?

Perché è un cane che si morde la coda.

Noi non mangiamo per bisogno, mangiamo ben oltre il bisogno: lo stimolo che ci porta al cibo credo non sia MAI il bisogno, c'è sempre dell'altro. È la forza di volontà che ci porta a mangiare correttamente? No. Mangiamo per gestire una situazione stressante. Se la dieta è una situazione stressante tutto diventa un bel dilemma...

Mangiamo compulsivamente.

Cos'è la compulsione? È quando ci sentiamo obbligati a fare qualcosa per evitare l'angoscia; l'angoscia che scoppia in noi quando siamo impossibilitati a fare quel qualcosa. L'angoscia si verifica nel caso di una effettiva impossibilità, ma basta la paura a scatenare l'angoscia, cioè è sufficiente l'idea di non poter fare quel qualcosa a creare profondo disagio.

A cosa è dovuta l'angoscia?

Sarebbe bello avere una ricetta valida per tutti, ma temo qui il problema affondi nella infinita varietà dei caratteri umani e dei vissuti personali. Immagino che solo un lungo percorso psicoterapeutico potrebbe portare a galla le ragioni, specifiche e individuali, di questa angoscia. Eppure, è come se tutte le persone con cui ho interagito, in tal senso, fossero accomunate da una sorta di radice simile.

Ho l'impressione che alla base di tutto ci sia l'attaccamento del bambino. Il nostro rapporto con i genitori nei primi anni di formazione ha un ruolo fondamentale nel determinare i nostri rapporti con le situazioni e le persone per il resto della nostra vita. Credo rivesta un ruolo fondamentale anche nel nostro rapporto col cibo.

Pensiamo al neonato. Il neonato prova una qualche forma di disagio e piange. A quel segnale, accorre la madre, con le sue amorevoli cure. La madre è la fonte di sostentamento del neonato, la gratificazione/rassicurazione che il neonato riceve fin dai primi giorni di vita è il latte materno - cibo. Ricevendo il latte materno, il neonato si tranquillizza e si nutre.

Chiaramente questo meccanismo cessa dopo alcuni mesi. Ma la mia idea è appunto che non venga mai totalmente abbandonato, probabilmente sopravvive in noi sotto forme mutate, ma in fondo equivalenti. Il cibo continua a tranquillizzarci per tutta la vita. Probabilmente, interiorizziamo quella amorevole figura materna, e la facciamo virtualmente intervenire ogni volta che prestiamo a noi stessi quelle amorevoli cure: nutrendoci, mangiando.

Tutto ciò non c'entra con lo scopo materiale del nutrirsi (la sopravvivenza); è più una sorta di automatismo ad esso comunque collegato - il bambino senza questo meccanismo probabilmente nemmeno sopravviverebbe. Più cresciamo, però, più questo meccanismo si allontana dalle sue origini, per assumere una forma indipendente, che in certi casi può diventare pericolosa. Questo meccanismo può infatti originare non solo un rapporto malsano col cibo, ma essere alla base di ogni forma di dipendenza, anche interpersonale.

Dalle precedenti considerazioni ne consegue che l'angoscia del meccanismo compulsivo è così potente perché connessa alla originaria paura dell'abbandono e quindi della morte. Non è un meccanismo nocivo di per sé, anzi, è un comportamento specie-specifico, cioè serve alla specie (umana in questo caso) per la sua stessa sussistenza. Però mi sembra fondamentale riconoscerlo e indirizzarlo sensatamente per evitare disagi nella vita dell'individuo adulto.

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Comments 
Approvo e concordo pienamente. In particolare quando scrivi "Il cibo continua a tranquillizzarci per tutta la vita. Probabilmente, interiorizziamo quella amorevole figura materna, e la facciamo virtualmente intervenire ogni volta che prestiamo a noi stessi quelle amorevole cure: nutrendoci, mangiando" riconosco molto bene le sensazioni interiore e l'aspetto psicologico che ne consegue. Grazie per le tue considerazioni. 
10 Aug 16 by member: solecri
Mi fa piacere aver scritto qualcosa in cui sia possibile riconoscersi, quindi qualcosa di sensato, grazie a te solecri :) 
10 Aug 16 by member: Ulrich Anders
Ottima riflessione, chi vive sereno mangia quallo di cui ha bisogno senza seguire alcuna dieta. A questo proposito consiglio come letture i libri del Dottor Raffaele Morelli che aiutano a dimagrire senza alcuna dieta (Pensa magro, Dimagrire senza dieta, Solo la mente può bruciare i grassi, Dimagrire senza dieta - Il metodo psicosomatico, Dimagrire è facile, Come dimagrire senza soffrire, L'arte di dimagrire). Su Amazon potete scaricare le anteprime e farvi un'idea, personalmente li ho trovati molto interessanti. 
10 Aug 16 by member: Vivere Scalzo
@Vivere Scalzo, che bella quella frase che hai scritto "chi vive serena mangia quello di cui ha bisogno senza seguire alcuna dieta"... inseguo questa condizione da una vita! grazie per i libri che hai consigliato, conosco il dott. Morelli tramite articoli che si leggono in giro nel web, penso che proverò a dare una sbirciata. Ho seguito la riflessione sull'argomento dall'inizio e ho trovato molto interessante lo spunto lanciato da Ulrich, bravo! sono contenta che tu sia tornato a scrivere, sai che ti seguo sempre con tanto interesse!!  
10 Aug 16 by member: limabeanarespicy85613844

     
 

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